Quest'estate ho visitato per prima volta Montpellier, sede di un'antica Università, in cui aveva studiato il nostro Francesco Petrarca. Negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, quando la formazione degli insegnanti di scuola era affidata alle Ecoles Normales, con collegi distinti in maschili e femminili, in quella Università insegnò il professor Lucien Tesnière, l'iniziatore della grammatica della dipendenza o delle valenze.
Linguista poliglotta, esperto in didattica delle lingue, mentre disegnava i suoi schizzi di una sintassi strutturale applicabile a tutte le lingue del mondo, partecipò attivamente alla programmazione didattica della scuola primaria annessa all'Ecole normale des institutrices, collaborando con le insegnanti in formazione alla creazione di quello che oggi chiameremmo un "curricolo verticale" di riflessione linguistica.
Oggi quella scuola non esiste più: su indicazione della collega Michèle Verdelhan, l'ho cercata alla fine della rue de l'Abbé de l'Epée. Ho trovato un grande edificio in stato di semiabbandono, che ha ospitato uffici dell'università ed è oggi è adibito a centro di accoglienza per immigrati.
A sinistra della facciata si vede ancora la piccola corte su cui si affacciava la scuola primaria: i decori alle vetrate, un lavabo, il giardino cresciuto senza cure. Dall'interno, voci in altre lingue.
Timeo hominem unius linguae aveva scritto Tesnière in chiusura della sua opera monumentale, uscita postuma nel 1959. Così ho pensato che forse avrebbe apprezzato questo nuovo vocio plurilingue che è tornato ad animare le aule. E quella parola, ACCUEIL, maschile in francese, che campeggia nel corridoio. Il cancello e la porta aperta, come in ogni scuola che riapre, in questi giorni di settembre.
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