Si tratta di un testo articolato, che raccoglie le riflessioni fatte da una collega che ha avuto la capacità di leggere ascoltare discutere e pensare, e il privilegio di osservare - durante un anno di aspettativa trascorso in Francia - le diverse scelte in materia di istruzione fatte da due governi alle prese con l'emergenza sanitaria.
A questo link potete leggere alcune sue riflessioni, pubblicate sulla testata "La scuola e noi".
MODELLO proposta mozione Collegio
Docenti su riapertura a settembre
Att.ne - MIUR tramite DS
- SINDACATI tramite RSU
Noi docenti della scuola
____________________________________________________ ,
riuniti in Collegio
Docenti in data _________________________ ,
giunti quasi al termine di un’esperienza scolastica unica e necessaria,
quella della DAD, dovuta alla situazione di emergenza sanitaria causata dalla
diffusione del COVID19, dopo un sereno e costruttivo confronto e un’attenta e
animata discussione,
DICHIARIAMO
- che la didattica a distanza, necessaria nel
periodo di chiusura totale, non può
essere una soluzione, neppure parziale, per il piano di ripartenza della scuola.
Se a settembre sarà
necessario, per ragioni sanitarie, rispettare norme di distanziamento fisico,
occorre trovare soluzioni – e risorse necessarie per metterle in atto – per tornare
in presenza.
La crisi sanitaria che
stiamo vivendo ci offre anche l’opportunità di un cambiamento, ma perché possa
essere realizzabile occorre tornare a investire nell’educazione e nella scuola,
come beni primari essenziali per un Paese, per la costruzione della società del
futuro.
CHIEDIAMO
- che alunni e alunne e
tutto il personale scolastico tornino da settembre a frequentare la scuola in
presenza, che questo avvenga in sicurezza
coerentemente con la situazione sanitaria del nostro paese;
- che il protocollo
sanitario per il rientro sia non solo realizzabile, ma anche praticabile
nell’esperienza scolastica e che tenga conto delle specificità educative, didattiche
e pedagogiche della scuola;
- che la responsabilità
dell’applicazione del protocollo sanitario sia condivisa e non ricada
soltanto sulle scuole;
- che la scuola sia
considerata dalla nostra politica una priorità
e che le vengano quindi destinate attenzioni e risorse adeguate, coinvolgendo
nella progettualità figure e realtà provenienti dal mondo della scuola;
- che vengano stanziati fondi per aumentare il personale, docente e
ata, un personale qualificato e stabile, per la gestione di classi con un
minor numero di alunni e alunne; per creare, reperire, immaginare più spazi e
spazi diversi e per renderli adeguati; per aumentare il personale ausiliario e
garantire la corretta pulizia di tutti gli ambienti scolastici;
- che si rivedano le
modalità di collaborazione tra
scuola ed educatori / mediatori culturali, figure professionali necessarie
al funzionamento delle nostre scuole;
- che si riveda il
profilo del docente, investendo sulla serietà del suo reclutamento, sulla
sua formazione universitaria, iniziale e
in itinere e sulla sua retribuzione;
- che vengano attivate
e/o rafforzate reti territoriali, coinvolgendo scuole, enti locali,
terzo settore, al fine di arrivare a una progettazione condivisa nella
creazione di un’offerta formativa territoriale per una scuola diffusa e
aperta;
- che siano le scuole a guidare
la progettazione sul territorio al fine di evitare il rischio di una mera esternalizzazione
di attività e servizi;
- che si provveda da
subito a una mappatura di nuovi spazi educativi possibili (biblioteche,
teatri, cinema, musei, palestre, laboratori, sale polivalenti, associazioni,
centri sportivi, palestre ecc.) in ogni quartiere, prevedendo anche nuovi
percorsi e modalità di mobilità sicura e sostenibile intorno a ogni
edificio scolastico;
- che si attivi un serio piano di edilizia scolastica (a
partire da una nuova normativa sull’edilizia scolastica, l’ultima è del 1975)
per realizzare nuovi ambienti e architetture per l’apprendimento.
In particolare ai
sindacati chiediamo di sostenerci nelle nostre richieste e di aiutarci a
immaginare anche forme possibili e sostenibili di protesta, soprattutto nel
caso in cui ci venga impedito di tornare a scuola in presenza a settembre con
tutti gli alunni e le alunne.
Riteniamo tutto ciò
necessario e irrinunciabile, se vogliamo davvero che il prossimo anno (come
dichiarato dal prof. Patrizio Bianchi, coordinatore della commissione
ministeriale per la riapertura delle scuole) sia l’inizio di una stagione
“costituente” per la scuola italiana, che realizzi finalmente la scuola
immaginata e disegnata dalle Indicazioni Nazionali.