giovedì 6 febbraio 2020

Idee per insegnare l'italiano scritto (sul libro di D'Aguanno)

Finalmente è uscito un libro sull'italiano scritto, e la sua didattica, ben scritto e capace (come credo e spero) di cambiare le pratiche degli insegnanti delle scuole superiori. Inizia così:
In fondo si è sempre imparato a scrivere. A scrivere bene, s'intende, anche testi estesi complessi, di registro formale e di diverso genere, per comunicare nelle varie situazioni del dominio pubblico, educativo o professionale.
Scrivere bene, appunto. Non solo in modo corretto, ma efficace.
Chi me lo ha insegnato, come ho imparato? Questa la domanda che ogni docente dovrebbe farsi prima di avvicinarsi al compito. Sarà bastata l'educazione letteraria ricevuta a scuola, coi suoi modelli di prosa alta e i suoi esercizi di parafrasi e analisi narratologica? Saranno serviti gli svolgimenti dei temi (o, per i più giovani, la composizione di testi conformi alle prove degli esami di Stato) e la conferma di un voto dal 10 a scendere, a seconda del numero di errori?

La mia curiosità di lettrice va subito alla pagina dei Ringraziamenti posti a conclusione dell'Introduzione al volume di Daniele D'AguannoInsegnare l'italiano scritto. Idee e modelli per la didattica della scrittura nelle scuole superiori
Il primo grazie è rivolto alla Maestra degli anni di università e oltre (l'esigente, eccellente Professoressa Rita Librandi) "per il suo incoraggiamento a scrivere il libro, la sua guida, i suoi tanti consigli e il suo insegnamento della scrittura". Un insegnamento non necessariamente fatto di valutazioni, ma certamente fitto di correzioni e riscritture, non privo di sferzate e frustrazioni, ma in grado di farti ritornare sul processo della scrittura: per dire meglio, nel modo più preciso, documentato e comprensibile, quanto si ha da dire. Per poter affrontare con maggiore consapevolezza il compito di correttore, cui nessuno di noi può sottrarsi nella sua vita professionale (di valutatori, sempre più spesso valutati). Anche per me è stato così, ma su questo punto avrò modo di tornare.


Vorrei prima tessere gli elogi di un libro che non parte da lamentazioni sul cattivo italiano scritto dagli studenti universitari, che non fa accuse al segmento scolastico precedente, ma interroga le pratiche didattiche e, sulla base di una bibliografia aggiornatissima e interdisciplinare (capace di far dialogare le discipline linguistiche con quelle pedagogiche), fa proposte concrete (questo l'indice del primo Capitolo: 1. Far fare molta pratica, 2. Far leggere molti modelli, buoni e cattivi, 3. Dare istruzioni complete e dettagliate, 4. Far scrivere generi diversi di testo, 5. Graduare la difficoltà dei compiti, 6. Correggere dapprima senza registro e con flessibilità, 7. Costruire la motivazione alla scrittura) e fornisce modelli di compiti di scrittura complessa testati nelle classi (Capitolo 2).
Un libro, peraltro, che non strizza l'occhio alle pratiche di scrittura più frammentarie e improvvisate, ma si china su quelle più ampie e complesse, tanto più difficili da controllare (sia in produzione sia in ricezione), invitando e aiutando gli insegnanti a riconoscere questa complessità prima ancora di affrontarla.

Un libro che non si presenta come un manuale di stile a uso dei professionisti della scrittura, né come un trattatello di linguistica testuale (tema di cui pure si parla, nel Capitolo 3) truccato da manuale di scrittura a uso degli studenti universitari, ma dichiara immediatamente la sua vocazione pedagogica per volgersi con metodo al compito più difficile: addestrare, fin dagli anni della scuola superiore, alla scrittura funzionale di alto livello in modo graduato, esplicito, riflesso, inclusivo. Senza trascurare la motivazione, che non è spontanea e intrinseca a tutti gli alunni, ma va costruita.
Perché nessuno nasce scrittore, e per diventarlo non basta la predisposizione naturale o la forza dell'ispirazione: serve un duro e lungo apprendistato, fatto anche di "tentativi, scacchi, fallimenti". Ma questa è un'altra storia, che vi racconterò la prossima puntata...

Nessun commento:

Posta un commento