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mercoledì 24 giugno 2020

Smuoviamo qualcosa: per la riapertura delle scuole

 Chiara Panzieri, docente di ruolo nella secuola secondaria, ha elaborato una proposta di mozione sulla riapertura delle scuole a settembre, da presentare al proprio Collegio Docenti.
Si tratta di un testo articolato, che raccoglie le riflessioni fatte da una collega che ha avuto la capacità di leggere ascoltare discutere e pensare, e il privilegio di osservare - durante un anno di aspettativa trascorso in Francia - le diverse scelte in materia di istruzione fatte da due governi alle prese con l'emergenza sanitaria.



A questo link potete leggere alcune sue riflessioni, pubblicate sulla testata "La scuola e noi".


Qui di seguito il testo del modello di mozione:


MODELLO proposta mozione Collegio Docenti su riapertura a settembre

Att.ne - MIUR tramite DS
- SINDACATI tramite RSU

Noi docenti della scuola ____________________________________________________ ,
riuniti in Collegio Docenti in data _________________________ ,  giunti quasi al termine di un’esperienza scolastica unica e necessaria, quella della DAD, dovuta alla situazione di emergenza sanitaria causata dalla diffusione del COVID19, dopo un sereno e costruttivo confronto e un’attenta e animata discussione,
DICHIARIAMO
- che la didattica a distanza, necessaria nel periodo di chiusura totale, non può essere una soluzione, neppure parziale, per il piano di ripartenza della scuola.
Se a settembre sarà necessario, per ragioni sanitarie, rispettare norme di distanziamento fisico, occorre trovare soluzioni – e risorse necessarie per metterle in atto – per tornare in presenza.
La crisi sanitaria che stiamo vivendo ci offre anche l’opportunità di un cambiamento, ma perché possa essere realizzabile occorre tornare a investire nell’educazione e nella scuola, come beni primari essenziali per un Paese, per la costruzione della società del futuro.
CHIEDIAMO
- che alunni e alunne e tutto il personale scolastico tornino da settembre a frequentare la scuola in presenza, che questo avvenga in sicurezza coerentemente con la situazione sanitaria del nostro paese;
- che il protocollo sanitario per il rientro sia non solo realizzabile, ma anche praticabile nell’esperienza scolastica e che tenga conto delle specificità educative, didattiche e pedagogiche della scuola;
- che la responsabilità dell’applicazione del protocollo sanitario sia condivisa e non ricada soltanto sulle scuole;
- che la scuola sia considerata dalla nostra politica una priorità e che le vengano quindi destinate attenzioni e risorse adeguate, coinvolgendo nella progettualità figure e realtà provenienti dal mondo della scuola;
- che vengano stanziati fondi per aumentare il personale, docente e ata, un personale qualificato e stabile, per la gestione di classi con un minor numero di alunni e alunne; per creare, reperire, immaginare più spazi e spazi diversi e per renderli adeguati; per aumentare il personale ausiliario e garantire la corretta pulizia di tutti gli ambienti scolastici;
- che si rivedano le modalità di collaborazione tra scuola ed educatori / mediatori culturali, figure professionali necessarie al funzionamento delle nostre scuole;
- che si riveda il profilo del docente, investendo sulla serietà del suo reclutamento, sulla sua formazione universitaria, iniziale e  in itinere e sulla sua retribuzione;
- che vengano attivate e/o rafforzate reti territoriali, coinvolgendo scuole, enti locali, terzo settore, al fine di arrivare a una progettazione condivisa nella creazione di un’offerta formativa territoriale per una scuola diffusa e aperta;
- che siano le scuole a guidare la progettazione sul territorio al fine di evitare il rischio di una mera esternalizzazione di attività e servizi;
- che si provveda da subito a una mappatura di nuovi spazi educativi possibili (biblioteche, teatri, cinema, musei, palestre, laboratori, sale polivalenti, associazioni, centri sportivi, palestre ecc.) in ogni quartiere, prevedendo anche nuovi percorsi e modalità di mobilità sicura e sostenibile intorno a ogni edificio scolastico;
- che si attivi un serio piano di edilizia scolastica (a partire da una nuova normativa sull’edilizia scolastica, l’ultima è del 1975) per realizzare nuovi ambienti e architetture per l’apprendimento.
In particolare ai sindacati chiediamo di sostenerci nelle nostre richieste e di aiutarci a immaginare anche forme possibili e sostenibili di protesta, soprattutto nel caso in cui ci venga impedito di tornare a scuola in presenza a settembre con tutti gli alunni e le alunne.
Riteniamo tutto ciò necessario e irrinunciabile, se vogliamo davvero che il prossimo anno (come dichiarato dal prof. Patrizio Bianchi, coordinatore della commissione ministeriale per la riapertura delle scuole) sia l’inizio di una stagione “costituente” per la scuola italiana, che realizzi finalmente la scuola immaginata e disegnata dalle Indicazioni Nazionali.




sabato 6 giugno 2020

La lezione della cipolla: "Quante parole conosci?"



La scuola volge al termine. Una fine inconsueta, che conclude un trimestre altrettanto "fuori dalle righe".
Quest'estate, più che mai, ci sarà bisogno di buone letture e magari di qualche attività che accompagni ragazze e ragazzi a riflettere in modo autonomo sulla lingua, partendo dal livello più accessibile e divertente: il lessico.

Il libro di Nicola Zuccherini (insegnante di scuola primaria e ricercatore del gruppo GISCEL Emilia Romagna) è la mia scelta per voi.
Si intitola Quante parole conosci?, ma il numero su cui verte la domanda è solo un pretesto, l'occasione per mettersi alla prova prima di cominciare.


Come scrive l'autore nella Premessa, "per usare bene le parole non basta conoscerne tante, occorre anche sapere come funzionano, come sono strutturate, come si associano le une alle altre".
Intanto, però, aiuta sapere quanto ampia e solida è la base da cui partiamo. O di quanti strati si compone, per riprendere l'immagine della cipolla in copertina (la grafica in questo volume non è esornativa, ma collabora con testo e immagini alla costruzione di una proposta educativa efficace).
Si parte perciò con un test a punti, e con un test a punti si finisce.

In mezzo, però, c'è tutto quello che serve per rimpolpare la cipolla:
- le parole per dire e per agire (dove si lavora sulle reti semantiche e sulle inferenze)
- com'è fatta e come funziona una parola (dove si impara a smontare e rimontare il meccanismo che è alla base della formazione delle parole)
- le parole che lavorano insieme (dove si ragiona sulle solidarietà lessicali e sui modi di dire
- usare la parola giusta (per imparare a scegliere tra parole diverse quella più appropriata al contesto)
- le parole delle discipline di studio (dove si impara a riconoscere i termini specifici delle scienze, della matematica, della storia, della geografia...)   
- che cosa fare con un dizionario (per imparare a usare il libro più pesante non solo come fermaporta o pronto soccorso linguistico) e che cosa fare con le parole nuove che scopriamo (di quali dichiararsi innamorati, quali scegliere per definirsi e raccontarsi).

Il libro è rivolto a ragazzi di IV e V primaria, ma io lo consiglio anche ai più grandi, insegnanti curiosi inclusi. Con un auspicio: niente più lacrime sulle poche parole e povere dei nostri ragazzi! 


P.S. Per l'insegnante che volesse saperne di più sul lessico, c'è un bel libro curato da Federica Casadei e Grazia Basile, Lessico ed educazione linguistica (Carocci, 2019), in cui si ritrovano tutti i concetti sui quali questo agile libretto fa riflettere e lavorare autonomamente ragazze e ragazzi.