Questi grafici sono un'invenzione di Francesco Sabatini e vanno d'ora in poi citati col loro nome, riconoscendone la paternità: "GRS", ovvero Grafici Radiali Sabatini.
Chiunque usi questi grafici dovrebbe attenersi alla forma estesa e corretta di citazione, rispettando i codici grafici che li caratterizzano (gli ovali non sono rettangoli, il rosso non è l' arancione e cosi via) e la terminologia che li accompagna (in particolare la distinzione tra "argomenti", "circostanti" ed " espansioni").
Chi voglia invece seguire Tesnière ricorrerà agli schemi ad albero, o stemmi, e alla relativa terminologia.
In tutti i modelli scientifici che si rispettino si usano termini eponimi che designano forme di rappresentazione schematica di teorie: diagrammi di Venn, di Bode, di Gantt, cartesiani e cosi via.
Dato che la grammatica valenziale costituisce un modello scientifico di descrizione della frase, e gli schemi relativi sono un prodotto dell'ingegno, se vi piacciono e li ritenete utili, usateli pure ma chiamateli col loro nome: GRS.
Finora, la generosità del pioniere e l'entusiasmo dei neofiti hanno lasciato il campo a varie appropriazioni e deformazioni indebite.
Ora che il modello sta acquistando una sempre maggiore (e talora incontrollata) diffusione, al di la dei libri che ne hanno promosso la conoscenza, è il momento di distinguere "il falso e vero verde" (Salvatore Quasimodo).
Chi adotta questo sistema di rappresentazione della struttura della frase all'interno di pubblicazioni scientifiche e didattiche o in materiali destinati alla formazione, gratuiti o paganti che siano, è tenuto a farlo con consapevolezza di causa e nel rispetto della correttezza scientifica.
Il fatto che questi schemi siano apparsi anche in grammatiche scolastiche non autorizza a usarli come se fossero una qualsiasi trovata di un grafico brillante. (I dizionari, come pure le grammatiche, tendono a funzionare secondo una regola non scritta, così sintetizzata da Camillo Sbarbaro: "son come i coppi, uno porta l'acqua all'altro" - ma anche le acque si chiamano col nome della fonte).
In fondo non è chiedere molto, in confronto a tutto il lavoro di studio e di ricerca che viene messo liberamente a disposizione della comunità scientifica e scolastica (anche attraverso questo sito).
Non vi pare?
Nessun commento:
Posta un commento