giovedì 21 aprile 2022

Letture contemporanee dell'opera di Lucièn Tesnière (De Gruyter, 2022)



Il volume L'œuvre de Lucien Tesnière. Lectures contemporaines è da poco uscito per l'editore tedesco De Gruyter a cura dei linguisti francesi Franck Neveu e Audrey Roig, organizzatori del convegno L'héritage de Lucien Tesnière (Paris, Sorbonne, 5-7 settembre 2019).

In libero accesso sul sito dell'editore è possibile consultare l'indice dell'opera e leggere sia la Prefazione di Marie-Hélène Tesnière, un ricordo familiare che ricostruisce la biografia intellettuale del nonno, sia la Presentazione dell'opera scritta dei due curatori, che qui di seguito traduciamo. 

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Questo libro è il frutto di una riflessione comune sviluppata da linguisti di diversa estrazione nell'ambito delle scienze linguistiche, spinti dal desiderio di mettere in evidenza la rilevanza scientifica dell'opera di Lucien Tesnière e la sua importanza nella storia delle idee linguistiche.

Il pensiero di Tesnière, che è stato diffuso per decenni in opere ispirate esplicitamente o meno agli Éléments de syntaxe structurale, sta vivendo una ripresa di interesse che si manifesta in numerose pubblicazioni e riunioni scientifiche. È anche evidente nelle varie traduzioni degli Éléments. Molto tempo dopo le traduzioni in tedesco (1980), russo (1988), spagnolo (1994), italiano (2001), la traduzione inglese (2015) ha rinnovato l'interesse della comunità della Dependency Grammar per questo lavoro e ha favorito un approccio storico alla dipendenza grammaticale meglio informato e più approfondito.

La distanza cronologica dell'opera, l'evoluzione della riflessione sulla struttura delle lingue e sui campi costitutivi della scienza linguistica ci permettono oggi di valutare meglio la portata del lavoro dell'autore di Éléments de syntaxe structurale.

Questo rinnovato interesse è senza dubbio legato al posto dato alle grammatiche della dipendenza negli studi sintattici, come illustra un libro recente (Imrényi & Mazziotta 2020) che si interroga sulla relazione esatta che si può stabilire tra il lavoro di Tesnière e il quadro metodologico e teorico della grammatica delle dipendenze: dove si deve collocare questo lavoro nello sviluppo storico della nozione? Deve essere considerato come un punto di partenza o come un punto di arrivo?

Sembra molto chiaro agli storici delle idee linguistiche che gli Éléments de syntaxe structurale non possono legittimamente essere considerati un terminus a quo, dato che la descrizione grammaticale orientata alla dipendenza si è sviluppata fin da Prisciano, e dato che il concetto di dipendenza è riapparso più volte fino all'inizio del XX secolo, prendendo un posto centrale nell'analisi sintattica. Sappiamo, inoltre, che la nozione di dipendenza nella grammatica è variata considerevolmente nel tempo. L'interesse del problema non è quindi tanto il problema del terminus (a quo o ad quem), che è sempre un'illusione retrospettiva e che spesso risulta da una forma di semplificazione epistemologica. L'interesse risiede piuttosto nei modi in cui il pensiero sulla dipendenza grammaticale si è evoluto, nelle diverse fasi del processo storico che hanno portato alla concezione contemporanea della nozione.

Resta comunque il fatto che il formalismo sviluppato da Tesnière è considerato la pietra angolare delle analisi basate sulla dipendenza, in particolare per lo sviluppo della nozione di "connessione", definita come una relazione grammaticale gerarchica tra le parole, dove una parola sovraordinata è collegata a una parola subordinata. La dipendenza nella sintassi è un concetto che innegabilmente si presta a molte interpretazioni ed è stato oggetto di vari approcci teorici e descrittivi, ma il nucleo comune di queste analisi rimane l'idea delle relazioni gerarchiche tra gruppi di parole. E le nozioni fondamentali sviluppate da Tesnière in Éléments de syntaxe structurale (ordine lineare contro ordine strutturale, stemmi, autonomia della sintassi, centralità del verbo, valenza, traduzione, metatassi) hanno giocato un ruolo determinante nello sviluppo di questa concezione della grammatica.

La scelta che abbiamo fatto di rivisitare questo lavoro all'inizio del terzo decennio del XXI secolo ci ha portato a considerare quattro percorsi necessari che in definitiva corrispondono a ciascuna delle quattro parti costitutive del libro.

In primo luogo, si è resa necessaria una rilettura degli Éléments de syntaxe structurale. I contributi dei linguisti presentati in questa prima sezione fanno luce su aspetti diversi dell'opera: i livelli di analisi e di interpretazione, le analisi stemmatiche e applicative, il ragionamento per diagrammi, la teoria e i suoi fondamenti teorici, il posto del latino e del greco nell'esemplificazione, l'eredità paradossale di Lucien Tesnière.

La storia della linguistica copre un'altra sezione, incentrata sulla relazione che si può stabilire tra la teoria della sintassi di Tesnière e lo sviluppo dello strutturalismo europeo nel XX secolo. Le letture contemporanee dell'opera di Tesnière non potrebbero essere condotte senza studi approfonditi sull'applicazione di taluni aspetti della sua opera allo sviluppo della strutturalismo europea. In tal modo arriviamo a capire come il processo di invenzione e reinvenzione dello stesso quadro teorico abbia potuto svilupparsi fino all'inizio del XX secolo.

Nella terza sezione si analizza in modo in cui i concetti tesneriani sono applicati ai domini morfologici, sintattici e semantici dal punto di vista del francese e del tedesco, con particolare attenzione per il distacco e il sistema appositivo, il concetto di adjet, la teoria della valenza, la metatassi, la struttura argomentale.

Per concludere, nell'ultima sezione si prende in esame il posto importante occupato dall'opera di Tesnière nell'insegnamento della grammatica, in Francia come oltre i confini. Per prima volta viene qui affrontato in un libro il tema della didatticizzazione della conoscenza grammaticale basata su alcune nozioni sviluppate negli Éléments de syntaxe structurale.

Questa raccolta di studi dedicati alle letture contemporanee dell'opera di Tesnière troverà senza dubbio il suo posto nel corpus ormai molto ricco di analisi storiche e teoriche della linguistica tesnièriana.


martedì 5 aprile 2022

Tecniche di scoperta e tecniche di scommessa (sul libro di Ignazio M. Mirto)

Le tecniche di scoperta sono quelle sfruttate nel bel libro di Ignazio Mauro Mirto: Grammatica, didattica linguistica, tecniche di scoperta (ETS, 2021, 95 pp.).

Le tecniche di scommessa sono quelle sfruttate da chi ha partecipato al concorso a cattedra bandito per selezionare, per le vie brevi (in 100 minuti, con correzione automatica), qualche migliaio di insegnanti pronti a ricoprire i posti vacanti nelle scuole il prossimo anno. 


Iniziamo dalle prime. Iniziamo con una citazione tratta dall'Introduzione al volume:

E' nota la disaffezione dei nostri studenti per la grammatica, sia della lingua madre che delle lingue straniere. Al contempo è alta, nei docenti, sia a scuola che all'università, le consapevolezza dei vantaggi che deriverebbero da un accostamento ragionato alla logica soggiacente ai fatti grammaticali, con benefici per gli studenti che si estenderebbero ben al di là del periodo di studi. Questa distanza, tra ciò che i discenti prediligono e ciò che effettivamente a loro servirebbe, richiede la ricerca di strumenti, anche metalinguistici, utili per fronteggiare la diffusa demotivazione.  (p. 9) 

Per motivare (al)la grammatica, Mirto sceglie il "metodo per scoperta" (che ha una lunga tradizione nella scuola italiana, almeno a partire dagli Ottanta del secolo scorso) e usa come stimolo per la riflessione il contrasto tra frasi molto simili nella forma ma diverse nelle funzioni, secondo un'idea già messa a punto nel volume Grammatica a coppie. Proposta per una didattica della sintassi (scritto con S. Trabona, ETS, 2016). 

Che differenza c'è tra Leo mise il bambino sul tappeto e Leo mise il bambino al tappeto? E tra Leo va fiero al lavoro e Leo va fiero del lavoro? Mediante una serie di proposte di complessità crescente, si sottopongono alla classe o a piccoli gruppi (anche a coppie, perché no) le coppie di frasi, chiedendo di formulare ipotesi, di proporre soluzioni. La spiegazione frontale, guidata da un modello precostituito (spesso offerto dal libro di testo), è per il momento messa da parte per far spazio alla sfida tra pari basata sul ragionamento.  

Grande rilievo occupa, nel libro, la riflessione sulla struttura argomentale dei verbi e il modo in cui il significato della frase cambia al variare del tipo di argomenti. La trattazione supera un approccio rigidamente"verbocentrico", secondo cui il significato del verbo preesisterebbe alla combinazione sintattica in cui ricorre. In linea con la grammatica relazionale teorizzata da Nunzio La Fauci, si trasmette invece "l'idea che il significato si forma in funzione delle combinazioni sintattiche" (p. 57) . 

L'esemplificazione è condotta anche utilizzando coppie di frasi in lingue diverse: italiano come Lingua1 e francese o inglese come Lingua2. Arrivare (da soli) a capire la differenza di funzionamento tra Teresa likes flowers e A Teresa piacciono i fiori, o tra He incurred a penalty ed E' incorso in una multa consente  di aumentare la consapevolezza metalinguistica e interlinguistica (grazie al cosiddetto noticing) e aiuta a evitare errori "traduttivi" (o di interferenza, derivanti del trasferimento alla L2 di strutture della L1), oltre che le spiegazioni riduttive "("questo fa eccezione"). 

Un contributo importante, dunque, per chi voglia riflettere sul ruolo che il concetto di valenza può assumere nell'insegnamento delle lingue, e una serie di esempi concreti dell'uso che se ne può fare in aula. Il volume è corredato di (o da) 5 schede che offrono, in sintesi, altrettante proposte di applicazione del metodo.

Questo tipo di metodo, che esclude l'istruzione esplicita e l'addestramento ad hoc, mette fuori gioco anche la risoluzione di problemi affidata al caso e all'azzardo nomenclatorio. Che è quello che si richiedeva invece nei quesiti concorsuali che mi sono stati sottoposti da candidati frustrati e arrabbiati di fronte alla pochezza, all'imprecisione e al travisamento logico esemplificati da alcuni dei quiz grammaticali elaborati da agenzie di testing (le stesse che procurano test di accesso ai corsi di laurea) senza indicazioni a monte (che non fossero dei genericissimi "Quadri di riferimento" ministeriali a carattere enciclopedico, differenziati per le classi concorsuali) e, soprattutto, senza alcun controllo a valle della sensatezza - prima ancora che della correttezza - delle consegne e delle risposte possibili.    

Qual è allora il legame tra le due tecniche, tra la scoperta e l'azzardo, vi chiederete a questo punto? Nessuno, appunto.

E non c'è niente di più amaro, di più avvilente, di questa constatazione per chi prova a nutrire la formazione dell'insegnante, in formazione o in servizio, insistendo sull'importanza di ragionare, osservare, spiegare. Una sconfitta per tutto il sistema scolastico. che si continua a riformare nell'incapacità di trasformare alcunché.