giovedì 14 giugno 2018

Indietro tutta! (ancora su Galli della Loggia, con aggiunta di spirito)

I molti commenti positivi alla mia risposta a Galli della Loggia si sono accompagnati ad alcune riserve legate soprattutto al mio eccesso di serietà ed emotività  (di fronte al tono provocatorio e sarcastico di EGdL) e al livello troppo tecnico del discorso (con citazioni e arzigogoli verbali).
Potrei dire a mia discolpa che ho voluto appositamente alzare il tono della discussione, riportandolo alla complessità e alla profondità necessarie a un dibattuto costruttivo sulla scuola. Trattando il professor Galli della Loggia col garbo che merita un opinionista della sua fama che parla da una testata autorevole.
Mi sembra tuttavia più efficace e allegro un esercizio di stile suggeritomi dall'amica e coautrice Carmela Camodeca, che qui riproduco per sollevare gli animi che ho avuto il torto di affliggere.
Ai soli fini della parodia distopica (passatemi il tecnicismo) assumo il punto di vista del Ministro interpellato, che si premura di rispondere a GdL a un anno di distanza dall'adozione delle misure suggeritegli.



Roma, 15 settembre 2019

Gentile professor Galli Della Loggia,

appena insediato in viale Trastevere sono stato gravato, come lei aveva previsto, da decisioni urgenti e impegni onerosi. Ciononostante, ho voluto da subito nominare una “Commissione per il Cambiamento”, incaricata di vagliare e applicare i suggerimenti contenuti nel suo decalogo. A distanza di un anno, ricevo dalla Commissione un rendiconto che evidenzia criticità non trascurabili, legate all’applicazione letterale delle misure da lei prospettate. Gli spiacevoli inconvenienti possono essere sintetizzati in dieci punti:

1)      In seguito ai ripetuti incidenti in cui sono incorse maestre non più giovani incautamente cadute da un'altezza di 20 cm, nonché alle numerose richieste di genitori di allievi diversamente abili di eliminare barriere architettoniche di dubbia utilità, mi vedo costretto a eliminare le predelle fornite alle classi e a destinarle alle palestre per il potenziamento dell’educazione motoria;

2)      L’accusa di discriminazione rivoltami dall’AGEDI in merito alla richiesta di far alzare in piedi i bambini in segno di rispetto all’ingresso del docente mi ha ugualmente indotto alla revoca dell'obbligatorietà del la levata per il saluto. In compenso, però, stiamo valutando la possibilità di creare progetti di standing education nell'ottica di aumentare la capienza delle classi;

3)      L’introduzione del divieto assoluto di occupazione e autogestione mi ha costretto a rivedere le mansioni del personale ATA, nell’ottica di assicurare la sorveglianza permanente degli studenti all’interno degli spazi scolastici (anche durante gli intervalli e i cambi d’ora); l’ondata di scioperi senza precedenti che ha fatto seguito al provvedimento suggerisce di rivedere la misura;

4)      In seguito alla cancellazione di ogni ruolo delle famiglie nell’istituzione scolastica, le scuole versano in una situazione di emergenza: la mancanza di carta (risme di fogli, rotoli di carta igienica, fazzoletti per il naso) e di risorse economiche per le uscite didattiche sul territorio, insieme con l’incremento della partecipazione virale dei genitori alle chat di messaggeria istantanea (impossibili da arginare, anche solo nella frequenza e nella violenza verbale degli scambi), rischiano di creare ondate di denunce;

5)      La riduzione dei consigli dei docenti a un incontro settimanale ha determinato un blocco della programmazione da parte degli istituti comprensivi, incapaci di adempiere all’obbligo, previsto dal regolamento sull’autonomia scolastica, di tradurre le Indicazioni nazionali in un curricolo di istituto con relativo piano di offerta formativa. Le lamentele crescenti delle altre categorie di dipendenti pubblici di fronte al ripristino del pomeriggio libero e dei tre mesi di vacanze degli insegnanti mi spingono inoltre a rivedere questa misura per attenuare la conflittualità sociale;

6)      La cura della pulizia e del decoro affidata a docenti e studenti in assenza di copertura assicurativa e senza la garanzia di adeguate misure di sicurezza (come previsto dalla normativa europea) mi inducono, dopo il grave infortunio della professoressa bolognese caduta dalla scala mentre provvedeva alla tinteggiatura della parete, a revocare il provvedimento;

7)    La decisione di vietare l’ingresso agli smartphone in aula ha comportato una sollevazione del corpo insegnante, a suo dire impossibilitato nel procedere alla somministrazione di test di valutazione e all’utilizzo delle espansioni online previste dall’editoria scolastica su indicazione del Ministero. Risulta pertanto opportuno revocare il provvedimento, risultando impossibile garantire una fornitura di attrezzature informatiche compensative senza ulteriori aggravi per le casse dello Stato; 

8)      L’apertura in orari extrascolastici della biblioteca (dove presente) e l’obbligo di prevedere una programmazione filmica di qualità si scontrano con le esigenze di riduzione delle spese per il riscaldamento e l’illuminazione: le stesse che hanno portato alla chiusura delle scuole il sabato. Il contestuale dimezzamento del bonus di 500 euro degli insegnanti da lei consigliato ha di fatto ridotto in misura preoccupante l’adesione a iniziative di formazione e aggiornamento da parte degli insegnanti, come registrato dalla piattaforma Sofia;

9)      In seguito alla riduzione delle mete ai soli luoghi di interesse ubicati nella penisola, si denuncia un sovraffollamento di località turistiche sede di riprese di serie TV. A Puntasecca in provincia di Ragusa, resa celebre dal commissariato con vista mare, l’emergenza turistica ha portato alla decisione di installare tornelli sulla spiaggia, pena la devastazione delle dune e la perdita della bandiera blu. Sollevazioni anche nei quartieri malfamati di Napoli per le continue intrusioni di apparecchi per foto e videoriprese amatoriali. 

10)   L’operazione di intitolazione degli istituti comprensivi finora identificati solo tramite numero progressivo e codice scuola evidenzia una sovrabbondanza di casi di omonimia (5 istituti intitolati a Fabrizio De André nel comprensorio genovese), con conseguenti malfunzionamenti del Portale unico dei dati della scuola.

Mi congedo con la speranza che lei, insieme con i lettori del suo giornale, voglia apprezzare il coraggio speso dal Ministero nel provare a cambiare la scuola italiana, dando un segnale forte e chiaro di ripristino dell’autorità educativa. Voglia altresì comprendere i motivi che mi dissuadono dal procedere nella direzione indicata, pena la turbativa dell’ordine pubblico e l’arresto della crescita auspicata del sistema Paese.

 
 

2 commenti:


  1. Brava Cristiana, ma, attenti: potrebbe succedere anche questo…..

    I PARTE
    Gent prof. Galli della Loggia,

    dopo un anno dal mio insediamento al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, sento il bisogno di ringraziarLa vivamente per i preziosi suggerimenti da Lei fornitimi all’inizio del mio mandato; proposte che mi hanno permesso di risolvere brillantemente alcuni degli annosi problemi che affliggevano la nostra istituzione scolastica.

    Reintroduzione in ogni aula scolastica della predella. Intanto la spesa non è stata eccessiva: si sono recuperate quelle vecchie, ammassate in qualche sgabuzzino, e per quelle nuove ci siamo rivolti ad artigiani cinesi (gli unici rimasti sul mercato, di modestissime pretese economiche e che abbiamo potuto pagare in nero). Ma l’aspetto più importante è che in questo modo abbiamo potuto potenziare le ore di educazione motoria previste dal nostro piano di riforme, utilizzando le stesse predelle come attrezzi ginnici (particolarmente apprezzato il salto della pedana con docente incorporato). In tal modo abbiamo anche risolto il problema della scarsità di palestre (quelle esistenti sono per lo più inagibili), evitando agli alunni gli spostamenti in altri istituti per l’ora di ginnastica; il che generalmente comportava: 20 min di corsa veloce per raggiungere la palestra più vicina (in media 6 km), 10 min di sosta nello spogliatoio, 10 min di lezione effettiva, altri 10 min nello spogliatoio, 10 min di corsa veloce per il rientro (10 min in meno rispetto all’andata per via del precedente allenamento).

    Obbligo di alzarsi in piedi da parte degli alunni all’ingresso del docente . Un’altra ottima idea, perché, osservando attentamente le prime immagini pervenuteci, ci siamo resi conto che, se gli allievi stazionano in posizione eretta, un’aula che ne conteneva trenta può contenerne il doppio. In effetti, quanto spazio sprecato! Oltre tutto, secondo quanto riferisce la Harvard Business Review, numerosi studi dimostrano che lavorare in posizione eretta è più salutare che lavorare da seduti (un altro punto a favore del potenziamento dell’educazione motoria da noi proposto!). Non parliamo poi del risparmio sull’assunzione di nuovi docenti (per liquidare quelli precari è bastato il Job Act).

    Divieto di convocare gli insegnanti ad assemblee, riunioni, commissioni e consigli di qualunque tipo per più di tre o al massimo quattro volte al mese Altro suggerimento utilissimo. Così, per sfruttare aule magne e sale riunione temporaneamente inutilizzate, abbiamo pensato di affittarle a ore a soggetti esterni e ora dobbiamo fare fronte a richieste sempre più numerose. Si va da: assemblee dei viticultori di Cocconato d’Asti, convegno annuale dell’associazione dei pupari della provincia di Palermo (prego notare la par condicio territoriale), riunione del CdA del Montepaschi, ecc…, tutte attività che portate all’interno degli Istituti Scolastici contribuiscono all’arricchimento e alla diversificazione dell’offerta formativa, nonché al collegamento scuola-lavoro, ma soprattutto a rimpinguare i magri bilanci dei suddetti Istituti. La sera le aule riunione provviste di palco o di pedana sono anche affittate per spettacoli teatrali, ospitando le compagnie rimaste senza sede per la chiusura dei numerosi teatri, storici e meno storici. E sono anche utilizzate dai docenti per il fitness: abbiamo pensato di far rientrare quest’ultima attività nel bonus di 250 € (come vede, già dimezzato seguendo la Sua proposta). Così, quello che offriamo da un lato, ce lo riprendiamo dall’altro: un’altra voce di bilancio in attivo!.

    (Continua)

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  2. (continuazione commento precedente)

    Cancellazione di ogni misura legislativa o regolamentare che preveda un qualunque ruolo delle famiglie o di loro rappresentanze nell’istituzione scolastica. Questa Sua proposta è stata un vero colpo di genio, perché ci ha permesso di risolvere insieme ben tre problemi ! Ecco com’è andata: grazie al Decreto xyy, riconvertito in legge xyz, che autorizza l’introduzione di armi a scuola, abbiamo creato una task force armata costituita dal personale ATA (i bidelli e le bidelle, tanto per intenderci) con il compito di tenere lontani quei rompiscatole dei genitori dagli Istituti Scolastici per un raggio di 500 m. I bidelli sono stati allettati dalla prospettiva di una carriera prestigiosa, al suono del detto napoleonico “Ogni soldato porta nella sua giberna il bastone di maresciallo ”. Per gli oppositori, si sono applicate le sanzioni un tempo previste per i renitenti alla leva. Di grande efficienza il corpo dei tiratori scelti, con il compito preciso di mirare ai genitori incauti che tentino di violare i posti di blocco. Naturalmente detto personale è stato sollevato dalle sue mansioni di manutenzione ordinaria, ora affidate agli allievi, come Lei propone, ovviamente a titolo puramente onorifico. E come potrebbe rimanere agli studenti il tempo di occupare gli istituti, di proclamare autogestioni e mettere in atto altre simili pratiche?

    Da quando l’Italia è uscita dall’Euro e in attesa della prossima uscita dall’ UE non è stato difficile convincere gli studenti a scegliere località unicamente italiane come meta per i viaggi di istruzione. Troppo costosi i viaggi all’estero e troppo complicati gli espletamenti burocratici per ottenere i visti.

    L’unico Suo suggerimento che per ora non ci è stato possibile applicare è il divieto dell’introduzione degli smartphone a scuola. Su questo punto c’è stata una resistenza totale. D’altra parte, detto tra noi, un twitt vale dieci volumi, abitua alla sinteticità. E per i filmati You Tube è più che sufficiente. Con tutti quei libri ancora a disposizione nelle biblioteche scolastiche, non vogliamo certo contribuire ad accrescere la casta degli intellettuali radical chic, che quelli in circolazione bastano e avanzano.

    In attesa di studiare il modo di tradurre in pratica le rimanenti misure da Lei proposte, La ringrazio ancora, anche a nome dei miei collaboratori.

    Il Ministro



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