La storia che mi appresto a raccontarvi è quella di una serendipità felice: è la storia dell'incontro tra la curiosità etica di una giovane studentessa romana, Marta Panunzi, un libro scritto da un giovane autistico e la formazione in design della comunicazione presso l'Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino. Quando queste circostanze si sono incontrate con la grammatica valenziale, è nata una app densa di futuro: si chiama PASS Writer e - se avete la pazienza di leggere fino alla fine - in questa intervista scopriremo come è nata, come funziona e a chi/cosa serve.
Una piccola premessa: da alcuni anni nel mercato editoriale per bambini si stanno diffondendo albi illustrati in cui l'immagine è accompagnata da un "testo" in PCS (Picture Communication Symbols) o WLS (Widgit Literacy Symbols): una sorta di ideogrammi che cercano di trasporre in immagini il significato delle parole in modo da agevolare la comprensione e l'avvicinamento alla lingua scritta di bambini con disturbi cognitivi o del linguaggio. Questo è un esempio della "traduzione" in simboli del testo di un albo molto diffuso nelle scuole:
Diamo ora la parola a Marta, progettista grafica, per capire come questo sistema di comunicazione visiva "aumentativa" possa facilitare non solo il riconoscimento della forma (fonica e grafica) delle parole, ma l'individuazione delle strutture sintattiche delle frasi.
Com’è nato il progetto PASS Writer?
PASS Writer è un progetto che ho sviluppato nella tesi di diploma accademico di primo
livello in progettazione grafica e comunicazione visiva, conseguito presso l’ISIA di Urbino.
Questo progetto è la continuazione di un percorso di sperimentazione nell’ambito della scrittura sinsemica e del Design for All connessi alla Comunicazione Aumentativa Alternativa iniziato presso l’ISIA di Urbino con i progetti di tesi di Giulia Bonora e Daniele De Rosa (diploma di primo livello in progettazione grafica e comunicazione visiva). PASS Writer vuole essere un ulteriore tassello verso una più ampia ricerca per la realizzazione
di uno strumento di comunicazione digitale per bambini con autismo e più in generale per persone con Bisogni Comunicativi Complessi, che possa funzionare da ponte tra la comunicazione per immagini e quella verbale. Il mio interesse per l’argomento è nato assistendo nel 2014 alla presentazione di Quello che non ho mai detto, un libro scritto da Federico De Rosa (l'omonimia col mio collega è casuale), un ragazzo autistico che narrava il mondo interiore di chi, come lui, non ha la possibilità di comunicare oralmente.
In seguito, l’incontro con le tesi di Giulia Bonora e Daniele De Rosa sulla progettazione del PASS, sistema di elementi grafici per persone con Bisogni Comunicativi Complessi basato su una struttura sintattica visuo-spaziale (struttura sinsemica) e verbocentrica (grammatica valenziale), ha consolidato l’interesse personale verso questo ambito e mi ha portato a iniziare questa ricerca.
Il progetto si è articolato in diverse fasi. La prima fase è stata quella di studio dei disturbi dello spettro autistico, attraverso la lettura di testi, la frequentazione nel 2016 di workshop in un convegno internazionale (“Autismi: Risposte per il presente proposte per il futuro”) dedicato all’argomento e discussioni con specialisti di settore. La fase successiva è consistita nella progettazione di una prima interfaccia dell’app, tradotta in prototipo cartaceo in un primo momento, poi prototipo digitale.
A questa fase è succeduta quella di sperimentazione condotta in prima persona con un bambino autistico, presso il poliambulatorio “Centro Ferrarese di Neuropsichiatria, Neuropsicologia e di Riabilitazione” gestito dalla S.C.S. Piccolo Principe di Ferrara. È attraverso questi incontri e il continuo confronto con il prof. Luciano Perondi (Isia Urbino), relatore delle tre tesi di diploma coinvolte nel progetto, il prof. Francesco Ganzaroli (esperto in tecnologie assistive, E.T.A.), il dott. Simone Minichiello (logopedista specializzato in disturbi dello spettro autistico) e i due progettisti grafici ideatori del sistema PASS, Giulia Bonora e Daniele De Rosa, che si è giunti ad una prima individuazione di criteri e regole per la realizzazione del PASS Writer, uno strumento di fruizione del sistema di Comunicazione Aumentativa Alternativa PASS (Picture Augmentative Syntactic System).
o cellulari. Questi strumenti rientrano nell’ampia categoria di ausili utilizzati negli
interventi di Comunicazione Aumentativa Alternativa, che hanno come fine quello di potenziare il sistema di comunicazione già presente nel bambino con disabilità. PASS Writer rientra in questa classe di strumenti, a servizio della comunicazione per immagini ma al contempo a sostegno dell’apprendimento del linguaggio verbale.
Nella fase di ricerca che ha preceduto la progettazione di PASS Writer sono state prese in analisi alcune applicazioni di CAA oggi presenti sul mercato che un genitore o terapista può scaricare, gratuitamente o a pagamento, nei propri dispositivi. L’analisi di questi strumenti ha fatto emergere alcuni limiti ed errori importanti commessi da chi li ha progettati, che rischiano di inibire il bambino piuttosto che incoraggiarlo al loro utilizzo. Il limite principale di queste applicazioni risiede probabilmente nell’utilizzo di sistemi grafici inadeguati, quasi totalmente privi di coerenza grafica e linguistica.
La critica che muoviamo (parlo al plurale, essendo nel nostro gruppo di ricerca tutti
d’accordo su questo punto) verso i sistemi grafici di CAA oggi utilizzati, non vuole essere
di carattere puramente estetico, anzi deriva dalla consapevolezza che queste immagini,
disegni, simboli, abbiano una funzione fondamentale nello sviluppo del linguaggio di un
bambino, alla pari del ruolo che svolgono le parole all’interno di una frase. Per supplire
alla mancanza di un sistema grafico di CAA coerente e regolato da norme e quindi da un
sistema sintattico, i miei colleghi Giulia Bonora e Daniele De Rosa hanno deciso di
sviluppare, due anni fa, il sistema PASS (Picture Augmentative Syntactic System),
adottato poi nell’app PASS Writer.
Quali sono le specificità del sistema PASS nell'ambito della CAA?
Oltre alla forte coerenza grafica che tutti i glifi del PASS presentano, un punto cruciale
che differenzia questo sistema dagli altri è l’organizzazione dei pittogrammi all’interno di
una struttura che rispetti la sintassi della lingua di riferimento, nel nostro caso l’italiano. Il
PASS, esplicitando graficamente la struttura sintattica delle frasi attraverso l’uso di
marcatori disposti nello spazio in una composizione non lineare, rende ben visualizzabili i ruoli dei glifi semantici utilizzati, aggiungendo un importante elemento per l’apprendimento del linguaggio, non presente in altri sistemi (ad esclusione del BLISS che presenta però un basso grado di iconicità nel disegno dei glifi e pertanto può risultare inizialmente spaesante).
Come è avvenuto l'incontro con la grammatica valenziale?
Per spiegare l’incontro tra la grammatica valenziale e il nostro progetto di ricerca occorre ripercorrere le tappe di sviluppo delle nostre tesi.
Nel periodo in cui Daniele e Giulia lavoravano alle loro tesi, alla creazione quindi di un sistema di elementi grafici organizzati in una composizione sinsemica, Luciano Perondi, allora relatore di entrambi, si era spesso confrontato con Giovanni Lussu che aveva individuato nella grammatica valenziale un interessante modello da indagare dal punto di vista sinsemico, nell’ambito del lavoro di ricerca sulle scritture non lineari, ampiamente documentato nella collana Scritture di Stampa Alternativa. Il discorso sulla grammatica valenziale tra Luciano Perondi e i due allora diplomandi, iniziò però solamente verso la fine del periodo di stesura delle tesi. Leggendo il lavoro di Daniele De Rosa, che si è occupato in particolare dell’articolazione sintattico-sinsemica del sistema, è apparso evidente come si fosse molto avvicinato autonomamente al modello valenziale pur senza inizialmente conoscerlo. Il PASS condivide, infatti, con la grammatica valenziale la costruzione verbocentrica e la disposizione spaziale di elementi della frase che, a partire dal verbo, acquisiscono valore e gerarchie sintattiche.
Tale compatibilità è stata, in seguito, da me approfondita nel progetto di tesi e naturalmente trasposta nell'applicazione PASS Writer, trattandosi di uno strumento di fruizione del sistema PASS. Il modello valenziale è stato particolarmente utile rispetto allo sviluppo di efficaci processi di navigazione e interazione per l'utente portando alla realizzazione di uno strumento di apprendimento del sistema PASS che può potenzialmente intendersi in linea generale come strumento di analisi visiva della frase.
In che modo questo sviluppo in chiave sintattica dei sistemi di comunicazione visiva potrebbe favorire l'apprendimento della lingua in bambini affetti da disturbi dello spettro autistico?
Attualmente, nella pratica educativa della CAA, la traslitterazione della frase in forma lineare e sequenziale garantisce la rappresentazione (anche se spesso in forma astratta) di tutte le parole. Il bambino con disabilità in questo modo ha la possibilità di apprendere (non sempre) alcuni fonemi o grafemi associati ad una parola, ma persiste il problema legato all'apprendimento delle funzioni dei singoli elementi della frase. È nostra convinzione che la scelta di affidarsi ad un modello di descrizione della grammatica in forma spaziale e alle esperienze di sistemi di scrittura basati su una sintassi visiva (ad esempio la scrittura azteca) possa portare ad un apprendimento più profondo della lingua. L’app PASS Writer, attraverso l’utilizzo del sistema PASS che adotta la grammatica valenziale come modello di descrizione della sintassi, maggiormente connessa all’atto cognitivo di creazione del linguaggio da parte del bambino, si propone come strumento che accompagni il bambino con Bisogni Comunicativi Complessi ad una più semplice e naturale comprensione e apprendimento dei rapporti che intercorrono tra le parole di una frase. L’applicazione e il sistema PASS sono stati, per ora, sperimentati solamente con un caso singolo e introdotti ad un secondo bambino. Entrambi gli utenti hanno risposto positivamente rispetto al sistema grafico, apparso regolare e facilmente comprensibile, alla composizione sinsemica basata sul modello valenziale e all’utilizzo dello strumento di fruizione PASS Writer. Ci auguriamo di estendere il bacino di utenti con i quali portare avanti la sperimentazione quanto prima.
Questo progetto, a partire dall’ideazione del PASS fino alla realizzazione del prototipo digitale di applicazione, ha visto coinvolte diverse figure professionali, appartenenti ad ambiti diversi e apparentemente distanti, che hanno cooperato tra loro per il raggiungimento di un unico obiettivo. Una profonda interazione tra diverse competenze e ambiti specifici credo possa generare nuove e interessanti risposte a problemi noti anche al di fuori dell’ambito della CAA.
Ritengo importante sottolineare che un’interazione tra grafica, linguistica, teorie della scrittura, logopedia, pedagogia e neuroscienze non può che innescare nuove idee e nuove visioni che superino i ristretti confini disciplinari e metodologici, portando allo sviluppo di progetti sperimentali che abbiano sempre più l’interdisciplinarietà come fondamento.
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