Adele Corradi (professoressa, ultima voce autentica della scuola di Barbiana) è morta a Firenze, la sua città natale, il 23 novembre. Ci eravamo incontrate l'ultima volta un mese fa: il tempo dei saluti, dei passaggi di consegne. Comunicavamo con la parola scritta: l'irrinunciabile parola prendeva ancora forma dalla sua mano minuta, che avanzava sul foglio decisa, sorvegliata da uno sguardo appuntito, mai indulgente, sempre ironico. Avevamo guardato insieme il libro che stava cercando di comporre - lo aveva ripreso e poi lasciato - e che ci voleva lasciare.
Questa era Adele: la persona che "mai si arrendeva alle necessità degli altri" (così l'ha ricordata l'arcivescovo di Firenze nella chiesa di San Salvatore al Monte, alta sulla collina che guarda la città, come il David poco più in basso, sul grande piazzale). E noi delle sue parole abbiamo ancora bisogno.
C'era la sua lunga fedeltà all'insegnamento pastorale di don Lorenzo Milani, che ci invitava a rileggere per ri-conoscerne la complessità. E poi i suoi pensieri per la scuola, che andrebbe trasformata, non riformata - come amava ripetere. La fede luminosa e lieve, che le suggeriva di trovare risposte più che cercare nuove proposte. La coscienza piena del suo stare al mondo con la sicurezza di chi sa e sa trasmettere, di chi ha avuto e vuole restituire.
Adele mi ha insegnato a fare scrittura collettiva e a farla come si faceva a Barbiana: non un assemblaggio di frasi, ma il risultato della paziente negoziazione di idee e delle parole per esprimerle nella forma più precisa ed efficace. Mi ha spiegato tutte le fasi, i possibili ostacoli e le conquiste. Mi ha ricordato quanta umiltà pazienza curiosità ci servono per scoprire insieme quello che non sapevamo di voler dire. Ha portato argomenti al mio amore per la grammatica.
Soprattutto, mi ha fatto capire che essere professoresse non è una virtù se non si presta ascolto, se non si accoglie la parola altrui passandola al vaglio.
Adele amava i vestiti a fiori, ma la sua bara, piccola e chiara, era nuda. Le sarebbe piaciuto essere sepolta a Barbiana, ma riposa nel cimitero di Santa Lucia al Galluzzo, il quartiere in cui era nata e in cui aveva insegnato.
"Chi volesse fare qualcosa in ricordo di Adele invii un'offerta alla Comunità di base delle Piagge" - si leggeva, all'uscita della chiesa.
Segnalo una bella intervista di Goffredo Fofi ad Adele Corradi, apparsa nel 2012 sulla rivista "Lo straniero" e ripubblicata su Altraeconomia, con un ricordo di Nicola Villa (ringrazio Riccardo Cesari per la segnalazione).
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