La sfida più avvincente è sicuramente quella degli studenti sinofoni che si avvicinano all'italiano partendo da una lingua madre (il cinese) grammaticalmente molto distante dalle lingue europee: priva di morfologia (le parole non si flettono) e la cui descrizione si basa sul riconoscimento di 3 sole parti del discorso (verbo, nome, aggettivo).
Nel maggio del 2015 a Sarnano, uno splendido paese del maceratese (purtroppo colpito dal terremoto) che da anni ospita gruppi di studenti stranieri per soggiorni di formazione linguistica presso l'Associazione culturale "Le Antiche Torri", ho avuto l'occasione di sperimentare di persona l'efficacia del modello della verbodipendenza nell'apprendimento dell'italiano come seconda lingua in studenti cinesi principianti.
Dopo una lezione introduttiva del prof. Sabatini, con interpretazione simultanea in cinese e grafici bilingui,
ho proposto un laboratorio basato sulla formazione di frasi a partire da sintagmi, cioè gruppi di parole (gruppo del verbo: il verbo accompagnato da eventuali ausiliari, verbi modali ecc.; gruppo del nome: il nome accompagnato da articolo ed eventuali aggettivi).
Lo scopo era quello di costruire "frasi minime" partendo da verbi fondamentali dell'italiano, aiutandosi per la semantica con un dizionario.
Abbiamo lavorato in gruppi, utilizzando strisce di carta contenenti gruppi del nome (i nomi propri italianizzati degli studenti e delle studentesse, insieme ad alcuni nomi comuni preceduti da articolo) e gruppi del verbo (alla terza persona singolare o plurale, tempo presente indicativo o passato prossimo) da combinare per formare frasi grammaticali e di senso compiuto.
Le frasi ben formate, grazie al lavoro di gruppo e alla discussione con i/le docenti, venivano trascritte alla lavagna e successivamente inserite in schemi radiali vuoti appositamente predisposti, sula base della valenza del verbo.
Un'esperienza nuova ed entusiasmante, che mi ha dato la misura dalla potenza del modello, della sua capacità di includere, di motivare, di incoraggiare a superare ostacoli linguistici e culturali.
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