martedì 2 settembre 2025

Una nuova bussola per orientarsi

Esce in libreria il 5 settembre la nuova edizione, completamente rivista, della bussola Carocci che ha preceduto questo blog, pensato come ideale continuazione del dialogo avviato con quel libro:



A dieci anni dalla prima edizione, e dopo 10 ristampe del fortunato volumetto - che ha accompagnato la formazione di tanti insegnanti e ispirato altri studi - ho voluto tornare sul testo per offrirne una versione completamente rivista: aggiornata e arricchita negli apparati. Una bibliografia ampliata, premessa e conclusioni che raccolgono le nuove sfide, appendici didattiche pensate per ispirare il lavoro in classe. 
La copertina riprende, con una palette di colori diversi (l'arancio vira verso l'ocra), il tema che incornicia anche questo blog.
Al di là degli elementi di continuità, si tratta di un libro nuovo, nel quale ritroverete la voce avvolgente, pacata ma ferma, che vi conoscete grazie alle riflessioni contenute in queste pagine virtuali. 
Sfogliando le pagine cartacee imparerete qualcosa di nuovo sulla storia e le avventure della "valenza", un concetto che accompagna il pensiero scientifico da un secolo e mezzo, e che da quasi un secolo ci guida nel riconoscimento della struttura della frase, alla scoperta dei legami che si nascondono dietro la successione delle parole. 

Buona lettura, allora, a chi già conosce il modello e a chi lo ha appena scoperto. 
Il dialogo continua... 


 


mercoledì 21 maggio 2025

Adele Corradi: qualcosa da ridire (sul libro postumo)


a cura di Cristiana De Santis e Germana Resenterra


Appena uscito in libreria per le edizioni Clichy di Firenze e per le cure mie e di Germana Resenterra, il libro rappresenta il testamento di affetti e di idee di Adele Corradi, la professoressa fiorentina che insegnò a Barbiana con don Milani negli ultimi anni di vita del Priore. 

Il libro raccoglie una serie di testi di Adele Corradi ed è corredato di una serie di ricordi: di Goffredo Fofi (che firma la prefazione), Alberto Rollo, José Luis Corzo, Alberto Maggi, Gherardo Gambelli, Pasqualina Cassella.

Pubblichiamo di seguito la Nota delle curatrici:

Il libro che avete tra le mani raccoglie testi di varia provenienza che testimoniano la lunga fedeltà di Adele Corradi (1924-2024), professoressa fiorentina, all’insegnamento pastorale di don Lorenzo Milani. 
Alcuni di questi testi erano già comparsi in appendice alla seconda edizione del volume Non so se don Lorenzo (Feltrinelli, 2017), altri sono apparsi su riviste (talora in forma di intervista), altri ancora vengono qui pubblicati per la prima volta: si tratta di lettere e testimonianze scritte che l’autrice stessa ha voluto comporre in un volume  unitario. Un libro al quale ha lavorato fino agli ultimi mesi di vita: modificando la sequenza dei testi, valutando aggiunte ed espunzioni, inserendo correzioni. 
Sempre coinvolgendo nelle scelte quella «famiglia d’elezione» fatta di più persone e varie, amiche e parenti, che - nell’accoglienza della sua casa fiorentina o a distanza, attraverso la parola scritta - hanno conosciuto la felicità di dialogare con lei negli anni del congedo dalla vita. 
La nascita e la gestazione di questo libro non sono state prive di ripensamenti. Adele ha sempre avuto un grande pudore a parlare di don Milani per la paura di non riuscire a raccontare tutta la complessità della sua figura e perché voleva restare in ombra come a Barbiana.
Lo stesso libro precedente, Non so se don Lorenzo, ha un tono dubitativo. L’ha scritto verso i novant’anni su pressante sollecitazione della sua «famiglia», che non voleva perdere la testimonianza diretta della sua preziosa collaborazione con il Priore e con la sua scuola.
Anche in questo caso, Adele era incerta se pubblicare o meno. Qualora le forze non glielo avessero permesso, sarebbe toccato a noi «rivedere» i testi senza tuttavia né aggiungere né togliere né cambiare. La casa editrice doveva essere Clichy, diretta da Tommaso Gurrieri, suo ex-alunno, con il quale aveva già preso accordi.
Nonostante l’eterogeneità delle occasioni da cui i diversi testi sono nati, unico è il disegno: invitarci a rileggere don Lorenzo Milani e la sua straordinaria, inimitabile esperienza, per ri-conoscerne la complessità di uomo, di prete, di insegnante, di testimone e interprete del dettato evangelico come della nostra Costituzione. 
Ad Adele premeva soprattutto riaffermare, chiarire, ribadire gli aspetti fondamentali del Milani. Ma ridire vuol dire anche «obiettare», proprio perché sono tanti gli equivoci su questa singolare figura. Si pensi alla famosa frase «Non bocciare», uno degli slogan del movimento del Sessantotto che - come lei precisava - innanzitutto andava riferito alla scuola media (alla scuola dell’obbligo, quindi) e voleva dire promuovere di ogni allievo tutte le capacità, colmando gli svantaggi iniziali: per non fare «parti uguali tra i diseguali» e non curare i sani trascurando i malati. 
Quanto questa lezione sia attuale, nel contesto della nostra scuola, lo ha mostrato da ultimo il ricco volume dell’economista Riccardo Cesari, Hai nascosto queste cose ai sapienti. Don Lorenzo Milani, vita e parole per spiriti liberi (Firenze, Giunti, 2023), di cui Adele raccomandava la lettura. 
Tornando al libro che abbiamo curato, tanto la dimensione corale insita nella sua genesi, quanto il movimento che ha portato alla sua composizione devono molto a quella «scrittura collettiva» che Adele aveva imparato alla scuola di Barbiana e che ha continuato a praticare come insegnante di scuola, trasmettendoci il senso e l’importanza dello «scrivere insieme» come strumento di educazione democratica.
In questo libro, insieme con le riflessioni dell’autrice sul metodo della scrittura collettiva, troviamo un piccolo prontuario per chi voglia sperimentarla in classe. Si tratta di una «scheda di lavoro» che ci guida nelle diverse fasi: l’animazione del dibattito intorno a un tema coinvolgente, la raccolta e l’ordinamento delle idee scaturite 
dalla discussione, la negoziazione della forma più chiara e precisa ed efficace per esprimerle in forma scritta, la correzione motivata e condivisa del risultato ottenuto. Un testo «collettivo» che - come questo stesso libro testimonia - non è un collage, un mero assemblaggio di frasi, né una forma «creativa», di libera espressione del 
sé, ma uno strumento di conoscenza, utile per costruire quelle abilità di comprensione e produzione di discorsi, orali e scritti, di cui si sostanzia l’educazione alla cittadinanza.
Leggendo il libro, chi ha conosciuto Adele Corradi ritroverà molti dei suoi pensieri rivolti al mondo di una scuola, la nostra, che andrebbe trasformata anziché riformata, e per la quale bisognerebbe trovare risposte, più che cercare nuove proposte. 
Anche chi si avvicina per la prima volta al suo lucido pensare potrà trovare in questi scritti nutrimento per riflessioni e azioni concrete che alimentino una prassi didattica rinnovata, volta all’emancipazione dell’intelligenza. 
Questo libro contiene anche un testo inedito di rara intensità: le pagine scritte da Adele per fissare la memoria del 26 giugno 1967, giorno della morte di don Milani. 
Pagine vibranti, gelosamente custodite, che l’autrice ha voluto fossero rese pubbliche dopo la sua morte. Una testimonianza di «fede nella parola» che ci interroga, che 
ci lascia meno soli nell’ora del dubbio.

domenica 27 aprile 2025

Grammatica valenziale e logopedia

In occasione di un incontro di formazione tenutosi a Milano nell'ambito dell'ultma edizione della fiera "Sfide-La scuola di tutti" ho conosciuto Jenny Rio, una logopedista che da alcuni anni si è avvicinata al modello valenziale e ha provato a sperimentarlo nelle attività proposte a bambini con Disturbo Primario di Linguaggio (DPL). Si tratta di bambini che presentano un ritardo significativo nell'acquisizione della lingua madre: non tanto delle parole, quanto delle strutture, cioè delle regole per combinarle in frasi: l'accordo tra le parole, l'ordine delle parole, la flessione del verbo (che tende a essere omesso o usato in una forma fissa), la gestione dei pronomi clitici in funzione di oggetto (spesso omessi) e in generale la saturazione delle valenze verbali. 

Ecco alcuni esempi di frasi prodotte da bambini con DPL:

"Mamma taglia torta, bambini mangia" 

"Baciare bambina bambola" 

"La papà butta [la palla] [nel] cestino" 

Alla difficoltà di costruire frasi ben fatte si accompagna la difficoltà di decodificare frasi che abbiano una costruzione minimamente complessa. 

L’obiettivo dell’intervento logopedico in questi casi è quello di stimolare nei bambini l’evoluzione della morfo-sintassi e supportare la loro capacità di capire e di farsi capire.

In questo ambito cominciano a farsi strada proposte di intervento che fanno propri alcuni concetti di grammatica valenziale, come la centralità del verbo. 

Jenny Rio ci illustra alcune strategie utilizzate. 

Appena il livello del bambino lo permette, vengono introdotti i verbi, iniziando di solito dai monovalenti all’imperativo, che si prestano a giochi di movimento:

SI passa poi alle strutture nucleari con frasi a 1, 2 e 3 argomenti e vengono introdotte le preposizioni (nel caso dei verbi di "dare" e "dire", la preposizione "a", che introduce l'oggetto indiretto). 

In parallelo alla stimolazione della costruzione della frase, si lavora sull’ampiamento del sintagma nominale, insistendo sull’uso dell’articolo (tipicamente omesso) e dei modificatori (sia nella forma di aggettivi, sia nella forma di sintagmi preposizionali specificatori).

Per le attività si utilizzano stimoli concreti come giochi di carte, pupazzi per l'animazione delle scene rappresentate dalla frase, mattoncini da costruzione. 

Fino ad arrivare, con i bambini più grandi, all'uso di schemi di frase:


Grazie a questi diversi materiali e a una sollecitazione graduale e costante, molti bambini DPL migliorano le loro capacità di costruzione e analisi della frase. 
Non sempre, tuttavia, si arriva a una piena competenza morfo-sintattica. Bisogna continuare, con pazienza e costanza, ad accompagnarli nella costruzione delle frasi, un pezzetto dopo l'altro.

"L’approccio valenziale all’insegnamento della grammatica valorizza le intuizioni dei bambini e la riflessione
condivisa e viene così incontro anche ai nostri bambini che soccombono sotto la grammatica delle
classificazioni e della terminologia." - chiarisce la logopedista. Che io ascolto ammirata, per la capacità che ha di trasformare concetti teorici in tecniche di intervento che, anche in situazioni atipiche, lavorano sulla possibilità di stimolare dall'esterno i processi di messa in forma dei pensieri, espicitandone i diversi passaggi "a partire dal verbo".