venerdì 13 settembre 2024

Dizionario di base della grammatica italiana (M.G. Lo Duca)

Uscito nell'ultimo anno, frutto di un lungo e curatissimo lavoro da parte di una studiosa d'eccezione, Maria Pia Lo Duca, il Dizionario di base della grammatica italiana che presentiamo è in realtà una piccola enciclopedia della grammatica italiana pensata per studenti e docenti che, durante il percorso universitario o nelle successive occasioni di formazione e aggiornamento, si trovano davanti a trattazioni grammaticali molto più complesse di quelle frequentate sui banchi di scuola, alle prese con termini e concetti nuovi (non solo valenza ma deissi, sintagma, ripresa anaforica, connettivo...). 

Insomma, non si tratta di una grammatica dell'italiano, cioè di una descrizione delle strutture della nostra lingua, ma di uno strumento di consultazione che può accompagnare lo studio di una grammatica italiana di taglio scientifico. 

 

 

La forma dizionario prevede una sequenza di voci ordinate alfabeticamente nel volume (oltre 300, che raddoppiano se contiamo i sottolemmi, oltre ai lemmi principali) accompagnate da informazioni grammaticali rigorose ed essenziali. I lemmi si ritrovano poi utilmente raggruppati per ambiti nell'indice finale (Fonologia, prosodia e ortografia; Categorie lessicali ovvero parti del discorso; Mofologia; Sintassi; Lessico e semantica; Pragmatica e testualità). 

Come si vede, gli ambiti affrontati non sono quelli esclusivi della grammatica in senso stretto (le strutture della lingua), ma si ampliano per accogliere anche la dimensione lessicale e quella che potremo definire la "grammatica in pratica", ovvero concetti che riguardano le concrete realizzazioni linguistiche delle regole all'interno degli atti comunicativi e dei testi). 

L'articolazione delle voci, essenziale ma ricca di rimandi interni, è pensata per ridurre la frammentarietà dell'esposizione e consentire a chi legge di orientarsi all'interno di concetti complessi cogliendone a colpo d'occhio gli aspetti centrali.

Vorrei subito chiarire i molti pregi di un'opera siffatta: 

- innanzitutto l'essere stata redatta da un'unica persona, con coerenza di impostazione teorica e di stile di esposizione; 

- l'essere riuscita a dare definizioni "chiare, precise, coincise" (come auspicato in una delle epigrafi al volume), selezionando per ogni voce le informazioni più salienti (valga come esempio il confronto tra la voce Complemento in questo dizionario (alle pp. 65-67) e la voce Complementi redatta dalla stessa autrice per una grande opera come l'Enciclopedia dell'Italiano Treccani); 

- l'aver fornito in ogni voce riferimenti bibliografici minimi, selezionati con equilibrio;

- l'aver lavorato senza pregiudizi "di scuole" (nel libro si trovano chiosati come rappresentazioni grafiche della struttura frasale sia gli "indicatori sintagmatici" cari alla grammatica generativa, sia gli "schemi radiali" usati nella grammatica valenziale); 

- l'aver dato un contributo importante alla creazione di "una terminologia minima, di base e possibilmente convidisa della disciplina" (come auspicato nell'Introduzione e come richiesto per una didattica efficace), rettificando definizioni improprie e sinonimie erronee, segnalando tassonomie inutili;

- l'aver confezionato esempi credibili ed efficaci dei fenomeni in esame;

Se dovessi scegliere una voce rappresentativa, forse indicherei una delle più lunghe e articolate, Frase (pp. 109-113). Ma vorrei anche segnalare quella in cui più mi sembra di sentire la voce esperta e sapiente dell'autrice, alle prese con una autentica dichiarazione di intenti (realizzati): la voce Grammatica (pp. 120-121).

Nell'economia di questa breve recensione, vorrei presentare come esempio di voce - sia per la corenza con i temi di questo blog, sia per l'esperienza dell'autrice nell'ambito della grammatica valenziale, sia per la rifinitura formale, frutto di un lavoro di lima attentissimo - la V di Valenza.



Buona consultazione!