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venerdì 21 settembre 2018

A scuola con gli albi (sul libro di Antonella Capetti)

Questo autunno comincia bene: sul mio tavolo è arrivato il libro di Antonella Capetti, appena uscito per Topipittori:




Insegnare con la bellezza delle parole e delle immagini: non è un (sotto)titolo stupendo?

Il libro mantiene la promessa: in 14 Capitoli si dipana il racconto dell'esperienza di una maestra d'eccezione, che da anni ha introdotto gli albi illustrati nelle sue aule e dal 2013 condivide le sue esperienze di lettura in classe e i percorsi di esplorazione tra parole e immagini dei suoi allievi in un blog: Apedario - diario illustrato della vita di due classi di scuola primaria nelle ore di italiano e di arte (ho già avuto occasione di parlarne in un vecchio post).

Ogni capitolo del libro segue la traccia di uno o più albi illustrati (scelti tra la migliore produzione di letteratura per l'infanzia) e illustra le pratiche didattiche attraverso una scrittura leggera e garbata, arricchita da disegni dei bambini, riproduzioni dei testi scritti in classe, trascrizioni di conversazioni, giochi linguistici, poesie.
Ogni capitolo si chiude con una bibliografia che propone altri titoli utilizzabili in classe insieme a letture di approfondimento per l'insegnante.

Respiro un'aria di famiglia nelle pagine di questo libro: c'è il riferimento alla grammatica valenziale, ci sono citazioni tratte dai volumi di Sabatini e da questo blog. Ma non solo: c'è la comune passione per la bellezza, la fiducia nel valore della lettura, la consapevolezza che nessun "metodo" è una ricetta infallibile per l'insegnante consapevole di dover sempre fare i conti con "aggiustamenti, correzioni, deviazioni".
C'è l'albero delle parole, ci sono i nonsense, gli alfabetari, i topini di Lionni e le rime di Piumini, i libri ad alette e le frasi a strisce, mostri pelosi e mostri selvaggi, sentimenti chiari e oscuri.
C'è tutta la gradualità che serve nelle prime classi della primaria, l'apprendimento cooperativo al posto della competizione, il tempo necessario all'ascolto e alla riflessione.
C'è lo stupore, soprattutto: quello dei bambini di fronte alla bellezza e quello dell'adulto che li accompagna in un percorso di crescita dal quale abbiamo tutti da guadagnare.

Dedico ad Antonella e ai suoi piccoli allievi questa poesia di Gerardo Diego (nella traduzione dallo spagnolo di Giorgio Caproni), che ci ricorda come ogni relazione autentica comporti una "retrocessione del tempo", l'incontro tra due infanzie in un tempo nuovo e altro: il tempo della parola.

E la tua infanzia, di', dov'è la tua infanzia?
Perch'io la cerco.
Le acque che bevesti,
i fiori che calpestasti,
le tracce che annodasti,
le risate perdute.
Possibile non siano state mie?
Dimmelo, ch’io sono triste.
 
[...]
Tornerà la tua infanzia, e giocheremo.


3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Come ringraziarla, professoressa De Santis? Per me è stata davvero un'emozione, oltre che un grande onore, leggere queste sue parole, di cui le sono davvero grata. E che dire della poesia, che ci ha dedicato e che non conoscevo? Spero davvero di poterla conoscere di persona per ringraziarla e stringerle la mano. Con gratitudine, Antonella

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  3. Un sorriso e un bel grazie: il vostro lavoro è prezioso per me e per le future insegnanti che frequentano i miei corsi. La inviterò presto a parlarne di persona!

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