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martedì 5 aprile 2022

Tecniche di scoperta e tecniche di scommessa (sul libro di Ignazio M. Mirto)

Le tecniche di scoperta sono quelle sfruttate nel bel libro di Ignazio Mauro Mirto: Grammatica, didattica linguistica, tecniche di scoperta (ETS, 2021, 95 pp.).

Le tecniche di scommessa sono quelle sfruttate da chi ha partecipato al concorso a cattedra bandito per selezionare, per le vie brevi (in 100 minuti, con correzione automatica), qualche migliaio di insegnanti pronti a ricoprire i posti vacanti nelle scuole il prossimo anno. 


Iniziamo dalle prime. Iniziamo con una citazione tratta dall'Introduzione al volume:

E' nota la disaffezione dei nostri studenti per la grammatica, sia della lingua madre che delle lingue straniere. Al contempo è alta, nei docenti, sia a scuola che all'università, le consapevolezza dei vantaggi che deriverebbero da un accostamento ragionato alla logica soggiacente ai fatti grammaticali, con benefici per gli studenti che si estenderebbero ben al di là del periodo di studi. Questa distanza, tra ciò che i discenti prediligono e ciò che effettivamente a loro servirebbe, richiede la ricerca di strumenti, anche metalinguistici, utili per fronteggiare la diffusa demotivazione.  (p. 9) 

Per motivare (al)la grammatica, Mirto sceglie il "metodo per scoperta" (che ha una lunga tradizione nella scuola italiana, almeno a partire dagli Ottanta del secolo scorso) e usa come stimolo per la riflessione il contrasto tra frasi molto simili nella forma ma diverse nelle funzioni, secondo un'idea già messa a punto nel volume Grammatica a coppie. Proposta per una didattica della sintassi (scritto con S. Trabona, ETS, 2016). 

Che differenza c'è tra Leo mise il bambino sul tappeto e Leo mise il bambino al tappeto? E tra Leo va fiero al lavoro e Leo va fiero del lavoro? Mediante una serie di proposte di complessità crescente, si sottopongono alla classe o a piccoli gruppi (anche a coppie, perché no) le coppie di frasi, chiedendo di formulare ipotesi, di proporre soluzioni. La spiegazione frontale, guidata da un modello precostituito (spesso offerto dal libro di testo), è per il momento messa da parte per far spazio alla sfida tra pari basata sul ragionamento.  

Grande rilievo occupa, nel libro, la riflessione sulla struttura argomentale dei verbi e il modo in cui il significato della frase cambia al variare del tipo di argomenti. La trattazione supera un approccio rigidamente"verbocentrico", secondo cui il significato del verbo preesisterebbe alla combinazione sintattica in cui ricorre. In linea con la grammatica relazionale teorizzata da Nunzio La Fauci, si trasmette invece "l'idea che il significato si forma in funzione delle combinazioni sintattiche" (p. 57) . 

L'esemplificazione è condotta anche utilizzando coppie di frasi in lingue diverse: italiano come Lingua1 e francese o inglese come Lingua2. Arrivare (da soli) a capire la differenza di funzionamento tra Teresa likes flowers e A Teresa piacciono i fiori, o tra He incurred a penalty ed E' incorso in una multa consente  di aumentare la consapevolezza metalinguistica e interlinguistica (grazie al cosiddetto noticing) e aiuta a evitare errori "traduttivi" (o di interferenza, derivanti del trasferimento alla L2 di strutture della L1), oltre che le spiegazioni riduttive "("questo fa eccezione"). 

Un contributo importante, dunque, per chi voglia riflettere sul ruolo che il concetto di valenza può assumere nell'insegnamento delle lingue, e una serie di esempi concreti dell'uso che se ne può fare in aula. Il volume è corredato di (o da) 5 schede che offrono, in sintesi, altrettante proposte di applicazione del metodo.

Questo tipo di metodo, che esclude l'istruzione esplicita e l'addestramento ad hoc, mette fuori gioco anche la risoluzione di problemi affidata al caso e all'azzardo nomenclatorio. Che è quello che si richiedeva invece nei quesiti concorsuali che mi sono stati sottoposti da candidati frustrati e arrabbiati di fronte alla pochezza, all'imprecisione e al travisamento logico esemplificati da alcuni dei quiz grammaticali elaborati da agenzie di testing (le stesse che procurano test di accesso ai corsi di laurea) senza indicazioni a monte (che non fossero dei genericissimi "Quadri di riferimento" ministeriali a carattere enciclopedico, differenziati per le classi concorsuali) e, soprattutto, senza alcun controllo a valle della sensatezza - prima ancora che della correttezza - delle consegne e delle risposte possibili.    

Qual è allora il legame tra le due tecniche, tra la scoperta e l'azzardo, vi chiederete a questo punto? Nessuno, appunto.

E non c'è niente di più amaro, di più avvilente, di questa constatazione per chi prova a nutrire la formazione dell'insegnante, in formazione o in servizio, insistendo sull'importanza di ragionare, osservare, spiegare. Una sconfitta per tutto il sistema scolastico. che si continua a riformare nell'incapacità di trasformare alcunché.

 

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