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venerdì 29 marzo 2019
lunedì 25 marzo 2019
La perfettibilità del testo (sulla nuova edizione del manuale Prandi-De Santis)
Dopo un anno di lavoro, è arrivata in libreria la nuova edizione del Prandi-De Santis: Manuale di linguistica e di grammatica italiana.
Ci abbiamo lavorato talmente tanto che di fatto è diventato un libro nuovo.
Scorrendo l'indice si scoprono già molte novità: sono stati aggiunti alcuni capitoli (dedicati alla variazione linguistica, ai concetti di norma e uso, alle strategie di valorizzazione estetica della lingua), altri sono stati accorpati e alleggeriti.
Non solo: tutto il testo è stato rivisto alla luce delle riflessioni che abbiamo maturato negli ultimi anni e degli studi più aggiornati di ambito nazionale e internazionale. Anche la parte dedicata alle strutture sintattiche - che costituisce uno dei punti di riferimento per gli sviluppi italiani della teoria della valenza - è stata completamente ripensata.
In generale, abbiamo cercato di rendere l'esposizione più compatta, scorrevole, coerente: in accordo con quei principi della testualità che grazie anche a questo libro hanno avuto una più capillare diffusione nel panorama italiano.
Abbiamo aggiunto finestre di approfondimento (su argomenti di storia della lingua, sulla lingua letteraria, sul confronto con lingue antiche e moderne e con i nostri dialetti, su questioni di politica e di ideologia linguistica). Abbiamo inserito un glossario, utile per chi voglia orientarsi nei termini e concetti di una grammatica rinnovata grazie agli apporti della linguistica moderna.
Il libro rimane il migliore alleato di chi voglia scoprire in modo ragionato "le regole e le scelte" (questo il sopra-titolo delle edizioni precedenti del volume) della nostra lingua, superando sia le aporie dell'insegnamento scolastico, sia le asprezze delle trattazioni più tecniche.
Per avvicinarsi a un uso mobile e responsabile della lingua, lontano tanto dalle rigidità normative avulse da funzioni e contesti, quanto dall'uso piatto e sciatto di chi della grammatica pensa di poter fare a meno.
Un libro che ha fatto scuola all'università, e che speriamo contribuisca a fare migliore la scuola.
giovedì 7 marzo 2019
La valenza in versi
«La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace» - ha scritto Primo Levi nel suo ultimo libro, I sommersi e i salvati.
Quest'anno ricorre il centenario della nascita di Primo Levi, scrittore e chimico, e insieme si celebrano i 150 anni della Tavola periodica del chimico russo Mendeleev, alla quale è dedicato il romanzo di Levi Il sistema periodico.
Per festeggiarli, sono andata a scovare, in una biblioteca scientifica, un volumetto dimenticato:
H2O famosa formula della sostanza che al mondo trovasi in più abbondanza ossia Chimica in versi in rime distillate per chi a scuola fra atomi e elementi studiò la chimica con pianti e con lamenti.
E' stato scritto da un chimico, Alberto Cavaliere (1897-1967), che negli anni Venti del secolo scorso aveva escogitato questo sistema per superare un esame universitario di chimica. Il testo fu pubblicato da Mursia nel 1926 e poi ripubblicato da altri editori (l'edizione Zanichelli è del 1928, la Signorelli del 1939).
Un testo in versi e in rima è fatto per essere ricordato. Un testo come questo, fatto in maggioranza di quinari (versi leggeri e saltellanti), aiuta col suo ritmo da marcetta a memorizzare termini e formule di una disciplina "ostica" ma centrale nel sistema dei saperi nella prima metà del Novecento (lo stesso periodo in cui fu attivo Lucien Tesnière, il linguista francese che prese a prestito dalla chimica la metafora della "valenza" per descrivere la struttura della frase).
Ecco allora un assaggio di quei versi: senza troppa fatica, pur non conoscendo tutte le leggi della chimica, coglieremo le analogie tra la struttura della materia e la struttura della lingua...
- nella sua chimica
composizione -
d'un corpo semplice
o d'un composto
con cifre e lettere
che, bene a posto
(ossia, nell'ordine
che lor confà),
non solo mostrano
la qualità,
ma pure il numero
dei componenti,
ossia degli atomi
ivi presenti.
Occorre subito
farsi, in partenza,
un'idea pratica
della valenza.
Prendi la formula
HCl
[…].
Poiché combinansi
Qui fra di loro
Uno d’idrogeno,
uno di cloro,
questo significa,
naturalmente,
che il cloro ha
l’atomo
monovalente.
Prendi la formula
H2O:
uno d'ossigeno,
due d'H; ciò
in modo t'indica
più che evidente
come l'ossigeno
sia bivalente.
Un’altra formula:
NH3
(vi dico subito
Ch’altro non è
Che l’ammoniaca,
corpo assai noto):
vi son tre idrogeni
con un azoto,
dal che ricavasi
che normalmente
questo suol fungere
da trivalente.
son quattro idrogeni
che… in matrimonio
insieme unisconsi
con un carbonio;
il che significa
che qui presente
trovi il carbonio
tetravalente.
Vale la pena ricordare che la valenza chimica non si studia nella scuola primaria, ma a partire dalla media inferiore. Bisognerebbe, anche in questo, saper cogliere le dovute analogie tra la complessità della materia chimica e lo studio scientifico della lingua.
Quest'anno ricorre il centenario della nascita di Primo Levi, scrittore e chimico, e insieme si celebrano i 150 anni della Tavola periodica del chimico russo Mendeleev, alla quale è dedicato il romanzo di Levi Il sistema periodico.
Per festeggiarli, sono andata a scovare, in una biblioteca scientifica, un volumetto dimenticato:
H2O famosa formula della sostanza che al mondo trovasi in più abbondanza ossia Chimica in versi in rime distillate per chi a scuola fra atomi e elementi studiò la chimica con pianti e con lamenti.
E' stato scritto da un chimico, Alberto Cavaliere (1897-1967), che negli anni Venti del secolo scorso aveva escogitato questo sistema per superare un esame universitario di chimica. Il testo fu pubblicato da Mursia nel 1926 e poi ripubblicato da altri editori (l'edizione Zanichelli è del 1928, la Signorelli del 1939).
Un testo in versi e in rima è fatto per essere ricordato. Un testo come questo, fatto in maggioranza di quinari (versi leggeri e saltellanti), aiuta col suo ritmo da marcetta a memorizzare termini e formule di una disciplina "ostica" ma centrale nel sistema dei saperi nella prima metà del Novecento (lo stesso periodo in cui fu attivo Lucien Tesnière, il linguista francese che prese a prestito dalla chimica la metafora della "valenza" per descrivere la struttura della frase).
Ecco allora un assaggio di quei versi: senza troppa fatica, pur non conoscendo tutte le leggi della chimica, coglieremo le analogie tra la struttura della materia e la struttura della lingua...
Mercé la formula
s'ha l'espressione- nella sua chimica
composizione -
d'un corpo semplice
con cifre e lettere
che, bene a posto
(ossia, nell'ordine
che lor confà),
non solo mostrano
la qualità,
ma pure il numero
ossia degli atomi
ivi presenti.
Occorre subito
farsi, in partenza,
un'idea pratica
della valenza.
Prendi la formula
HCl
[…].
Poiché combinansi
Uno d’idrogeno,
questo significa,
che il cloro ha
l’atomo
Prendi la formula
H2O:
uno d'ossigeno,
due d'H; ciò
in modo t'indica
più che evidente
sia bivalente.
Un’altra formula:
NH3
(vi dico subito
Ch’altro non è
Che l’ammoniaca,
corpo assai noto):
vi son tre idrogeni
con un azoto,
che normalmente
questo suol fungere
da trivalente.
Veniamo in ultimo
a quel metano
Ch’oggi è un autentico
Gas italiano:
Ch’oggi è un autentico
Gas italiano:
son quattro idrogeni
che… in matrimonio
insieme unisconsi
con un carbonio;
il che significa
che qui presente