giovedì 16 maggio 2019

Una breve storia della linguistica (sul libro di Giorgio Graffi)

Uscito per Carocci nella collana Quality Paperbacks, 225 pagine, il volume di Giorgio Graffi (Università di Verona) offre un'introduzione a una disciplina "giovane" (riconosciuta come tale solo a partire dal XIX sec.) le cui radici affondano però nell'antichità.

L'opera ripercorre le storia dei concetti fondamentali (suoni, sillabe, parole, frasi, lingua e linguaggio) e dei problemi sui quali si interrogano filosofi, grammatici e linguisti dall'antica Grecia ai giorni nostri (rapporti tra lingua e realtà e tra lingua e mente, origine del linguaggio). Uno dei suoi grandi pregi è la scrittura chiara, non rivolta agli specialisti: i termini tecnici sono limitati allo stretto necessario e tutti spiegati in un glossario finale.

Per una passeggiata alla scoperta dei contenuti del libro, che racconta in modo avvincente venticinque secoli di pensiero linguistico,  rimando a questa bella intervista all'autore.


Mi piace qui sottolineare lo spazio (pp. 173-176) che nel libro è dedicato a Lucien Tesnière, il linguista francese considerato il padre della 'grammatica della valenza': molte delle sue idee (affidate a un libro uscito postumo nel 1959, Elementi di sintassi strutturale, ed entrate in circolazione alla fine degli anni Sessanta) sono diventate infatti imprescindibili per tutte le teorie sintattiche novecentesche.

La grande scoperta di Tesnière riguarda la "struttura" delle frasi, intesa come gerarchia di rapporti. Prima di lui, le lingue erano considerate semplici successioni di elementi (suoni, parole ecc.), tra i quali esistevano rapporti distintivi. Tesnière scopre che dietro l'ordine lineare della frase c'è un ordine strutturale, dato dai rapporti di dipendenza tra gli elementi. C'è qualcuno che comanda, insomma. E al vertice della frase pone il verbo con i suoi legami.

Una piccola, grande intuizione, se pensiamo che quei rapporti gerarchici non si vedono, ma sono stabiliti dalla mente. Portarli alla luce vuol dire capire come creiamo e interpretiamo le frasi.
Per questo motivo del concetto di valenza i linguisti oggi non possono fare a meno.

Come ci era arrivato Tesnière? Confrontando la struttura di una ventina di lingue antiche e moderne, ma anche prendendo sul serio le domande dei suoi figli (Michel, Bernard e Yveline), come dichiara nella dedica dell'opera, riportata sotto forma di 'stemma' con il verbo in alto e gli elementi dipendenti a cascata. 





Ai bambini e alle bambine della scuola primaria collegata alla Scuola Normale di Montpellier, inoltre, aveva dedicato una serie di riflessioni ancora da tradurre e da scoprire: un programma progressivo per lo studio della sintassi strutturale e indicazioni pedagogiche per adattarne alcuni aspetti (anche terminologici) alle esigenze didattiche.

Le ragioni del fascino di un modello risiedono anche nella sua scoperta e nella storia non lineare: come l'ordine da cui scaturisce il significato dalla frase!
  
 

 

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