sabato 20 maggio 2017

Tutt* al Salone del Libro! (pad. 2, L58)




Il Salone del libro di Torino si sta rivelando un successo nonostante l'assenza dei grandi gruppi editoriali. O forse grazie anche all'assenza degli stand più invadenti e distraenti. La diversità e la ricchezza delle proposte dei piccoli e medi editori, la loro capacità di resistenza in un mercato dominato dai più grossi e feroci emergono con forza.
Nel poco tempo che ho a disposizione, e nello spazio di uno stesso padiglione, ho la fortuna di trovare i miei editori di riferimento: Carocci, Loescher e le Edizioni Dedalo con Claudia Coga.
Quest'anno aggiungo Caissa, una piccola casa editrice specializzata in saggistica e traduzioni di classici.
Sul loro banchetto, pieno di titoli sugli scacchi (Caissa è la dea del gioco degli scacchi), compare l'ultimo libro al quale ho collaborato. Si intitola Tutto ciò che hai sempre voluto sapere sul linguaggio e sulle lingue (curato dai colleghi bolognesi Francesca Masini e Nicola Grandi) e raccoglie 44 contributi brevi, chiari e autorevoli di linguisti italiani, concepiti come risposte alle domande del(la) non specialista sulla facoltà umana del linguaggio (ma si parla anche di linguaggi animali e informatici), sulle parentele affinità diversità incroci tra le lingue del mondo (lingue naturali e lingue inventate, lingue verbali e lingue dei segni) e sulle caratteristiche della lingua che parliamo (l'italiano, ma anche le lingue minoritarie), o che smettiamo di parlare (a causa di patologie del linguaggio, oppure perché muore una lingua).
Un libro rivolto al grande pubblico, nato sulla falsariga di The 5 Minute Linguist. Bite-size Essays in Language and Languages, volume pubblicato dalla casa editrice statunitense Equinox nel 2006 (seconda edizione 2012).
Un fratello maggiore del mio libro per bambini, Fatti di lingua (Dedalo 2009), nato per raccontare ai miei figli il lavoro che faccio (perché il/la linguista - come ricordano Grandi e Masini nel pezzo di apertura - non è una persona che parla molte lingue, e tantomeno una persona che corregge gli errori altrui!).

Scorrendo l'indice del volume, anche i meno curiosi avranno voglia di leggere qualche assaggio, attratti dai nomi più noti al grande pubblico (come Telmo Pievani o Francesco Sabatini), dai titoli brillanti degli articoli, dalla varietà di temi trattati.
Io ho risposto in 5 pagine ad altrettanti dubbi sulla lingua che parliamo: è davvero sbagliato a me mi? Il congiuntivo è in declino? Qual è il valore di piuttosto che? Perché sindaca ci suona strano? Usiamo troppi anglismi?

Questo libro avrebbe dovuto accogliere una Prefazione di Tullio De Mauro, che con la sua consueta generosità e il suo entusiasmo aveva sostenuto il progetto. Quella Prefazione non ha avuto la luce, ma  la sua voce echeggia nelle parole dei curatori, che così hanno voluto ricordare il suo insegnamento:

Tra i diritti fondamentali di ogni persona ci sono anche i diritti linguistici. Tullio De Mauro ha spesso segnalato però uno sbilanciamento di questi diritti a favore del mittente: si parla spesso della libertà di parola, della libertà di scegliere la lingua in cui esprimersi, ecc. I diritti dei destinatari sono invece assai meno tutelati e la comprensione è sovente considerata, in modo erroneo, una conseguenza naturale, passiva, inevitabile della produzione di un qualunque enunciato. Non è così. Il fatto che una frase sia grammaticalmente impeccabile non garantisce di per sé che essa verrà effettivamente compresa. Le parole non sono tutte uguali e non tutti gli uomini hanno accesso alle stesse parole. Chi ascolta o legge ha diritto di capire. E per questo chi parla o scrive ha il dovere di farsi capire. Violare il diritto alla comprensione significa tradire l'uguaglianza e la parità.
A chiunque si misuri con la sfida della divulgazione dei saperi, le parole di De Mauro ricordano l'importanza di sapersi mettere in ascolto, di porsi dalla parte del ricevente: "Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite".
Alla sua memoria questo libro è dedicato.
 

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